A giugno del 2019, ho scritto a TUTTI gli assessori Regionali.
Quanti pensate mi abbiano risposto ?
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Agli Assessori delle Regioni :
Abruzzo, Basilicata, Bolzano, Calabria,
Campania, Emilia Romagna, Friuli, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trento, Umbria, Val d'Aosta, Veneto.
Firenze 4 giugno 2019
OGGETTO: Fascicolo Sanitario
Elettronico FSE.
Il Fascicolo Sanitario Elettronico, non
è una buona idea, è un’ottima idea. Se un qualsiasi medico può, al
momento opportuno, esaminare tutti i miei documenti sanitari e socio-sanitari,
senza avere a disposizione le mie medicine, le mie analisi, le mie radiografie,
è un’idea ottima.
Ma, sono già più di 7 anni che l’idea è
stata progettata, da parte delle regioni, e siamo ancora in questa situazione:
Il progetto non è stato ancora attuato
uniformemente in tutta Italia.
I servizi sanitari dovrebbero essere erogati ai
cittadini italiani e non solo ai cittadini umbri, siciliani, piemontesi etc..
Perché le analisi del sangue fatte al cittadino
siciliano che in quel momento si trova in un ospedale ligure non possono essere
inserite nel FSE dello stesso cittadino ?
Perché le aziende sanitarie italiane hanno
costituito banche dati regionali, quando la risposta DOVEVA essere data ai
“cittadini italiani” ?
E la domanda è: “Perché NON è stata progettata
un'unica banca dati nazionale ?”, così da facilitare il compito a tutti (cittadini,
medici, operatori sanitari, farmacisti, ricercatori, etc.) ?
Come pensiamo di rispondere alle esigenze di “studio
e ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico” (come
previsto dal DL 179 del 18.10.2012 art 12 lettera b del comma 2), quando le
banche dati regionali del FSE, sono sostanzialmente diverse una dall’altra ?
Come pensare di fare una “programmazione
sanitaria, la verifica delle qualità delle cure e la valutazione
dell’assistenza sanitaria”, utilizzando banche dati disaggregate ed in
sostanza INUTILIZZABILI ?
E’ possibile farsi un’idea di quanto ci sta costando
(regione per regione !), questo importante progetto ?
E visto che siamo nel 2019 e l’Unione
Europea c’è dal 1957 (Trattato di Roma), perché non pensare che i
cittadini italiani sono in UE e un qualsiasi cittadino umbro non possa essere
curato in un ospedale estone ?
Cosa Fare ?
FERMATE QUESTO PROGETTO !
Conferenza dei servizi e ripartire con un’unica
BANCA DATI ITALIANA “aperta” a sviluppi in UE quali la possibilità (Internet c’è
per questo !) di adoperare TUTTE le lingue dei paesi UE per accedere alla
stessa ed unica banca dati.
Visto
che ci dobbiamo “rimettere le mani”, rispondiamo coerentemente all’esigenza di “studio e ricerca scientifica in
campo medico, biomedico ed epidemiologico”, e per questo è fondamentale
definire anche una codifica univoca per analisi di laboratorio, così come
esiste già per quanto riguarda la nomenclatura delle diagnosi, dei traumatismi,
degli interventi chirurgici e delle procedure diagnostiche e terapeutiche (ICD11
- International Classification of Diseases - 11th revision - The global
standard for diagnostic health information), addirittura a livello
mondiale.
Grazie per avermi letto.
Valerio CIPOLLI
P.S.
Già
nel 2015, avevo postato un mio intervento coinvolgendo medici ed operatori
della sanità
Link utili : https://www.fascicolosanitario.gov.it